martedì 20 novembre 2012

Grunge Canteen

Shock N'Roll (6/8)

L7, Smashing Pumpkins,  Alice In Chains, Melvins, Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden, Stone Temple Pilots, The Hole
BY RED VERIL

Una piccola città, noiosa, operaia e provinciale, così si può definire la Seattle di fine anni ’80. Ragazzi stufi dei cotonati musicisti metal e senza futuro. Esattamente come per il punk questa generazione trasandata ha trovato nella musica l’unica ancora di salvezza.

Contemporaneamente quei musicisti hanno rappresentato l’intera generazione-X : “una "generazione invisibile", piccola, inserita nella ricostruzione attuata dai figli del Baby Boom, che gli valse il titolo di "X", a rappresentare la mancanza di un'identità sociale definita. Una volta giovani adulti, la Generazione X raccolse l'attenzione dei media tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, guadagnando la reputazione stereotipata di apatici, cinici, senza valori o affetti. In aggiunta, la Generazione X è conosciuta come una delle generazioni più intraprendenti e tecnologiche della storia americana ed europea, e a loro si deve in gran parte l'espansione di Internet.” (cit. wikipedia).

Riprendendo quindi il discorso del punk hardcore (tipo Black Flag) e aggiungendo un po’ di hard rock disilluso alla Black Sabbath o da trip alla Led Zeppelin, sono nati, almeno molti di loro, sotto l’etichetta Sub Pop che giocò un ruolo fondamentale nell’esplosione del fenomeno.

Tra i gruppi di quel periodo anche se ad età diverse c’erano Melvins, Green River, Mudhoney, Nirvana, Alice In Chains, Soundgarden; che a loro volta sono stati affiancati da gruppi più indie come Smashing Pumpinks e A Perfect Circle.

Ma anche gruppi che sono stati affini o hanno giocato un ruolo nell’affermarsi della scena: dalla nostalgia per Jimi Hendrix (era di Seattle) alla contaminazione di Neil Young, quindi i Pearl Jam, gli Stone Temple Pilots e tantissimi altri.

Insomma la città, drogata di caffè (pare ne bevessero tutti a litri) si ritrova assediata dalle etichette che mettevano sotto contratto discografico chiunque andasse in giro con una camiciona di flanella! Il grunge era nato come L’Alternativa che voleva fregare il sistema ma in fondo era composta pur sempre da giovani consumatori e presto la moda divenne uno stereotipo. I media, per le solite ragioni di sensazionalismo, iniziarono a tagliare i discorsi dei musicisti a partire da Kurt Cobain.

Questo con la sua sensibilità, la dipendenza dall’eroina; da cui era affetta anche la moglie Courtney Love leader delle Hole (altro gruppo assimilabile al Grunge)con cui ebbe una figlia, e grazie alle sue canzoni diventò prima icona e martire del Grunge stesso.

E quando morì Cobain finì anche la scena, o meglio mutò forma con gruppi come i Queens Of The Stone Age (in cui militava l’ex batterista dei Nirvana Dave Grohl, lo stesso dei Foo Fighters) e passò in mano ad altri ragazzi “punk” (leggi Green Day, Bad Religion, Nofx, Offspring, Sum 41, Blink 182… ma questi erano comunque molto diversi per atteggiamento e abitudini tant’è che non stiamo parlando di loro!) fino alla rinascita del metal a fine anni ‘90.


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